28 Febbraio 2024, Milano

WUNDERKAMMER

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“La meraviglia è il seme da cui nasce la conoscenza, questa affermazione non è reversibile: la conoscenza razionale non può, infatti, generare la meraviglia, che è una emozione”

– Francis Bacon

UNLØCK sceglie per il suo Cabinet of Curiosities gli spazi di JAMES VINCENT, atelier di moda nato nel 2017 fondato da Maria Valerio e Zachary Johnson. Il loro lavoro è prima di tutto una filosofia, frutto di una ricerca attenta dei materiali e un hand-in-hand che permette di seguire tutta la filiera produttiva a partire dal cliente che diviene il punto focale da dove tutto inizia. La partnership non è casuale, la sintonia con UNLØCK parte proprio da qui. Anche la scelta della location è intenzionale. Racconta la Milano storica, autentica: Palazzo Archinto risalente al XVI secolo al cui interno vi erano ben cinque sale affrescate da Giambattista Tiepolo diventando uno dei migliori esempi del barocco lombardo. Quasi completamente distrutto dai bombardamenti alleati nel 1943 fu ricostruito tra il 1955-67 seguendo le antiche forme.

I dettagli raffinati degli interni e i soffitti a cassettoni affrescati sopravvissuti alla guerra ne fanno la location perfetta per il tema WunderkammerCamera delle meraviglie.

Cosa significa Wunderkammer?

Possiamo definirla un’anticipazione del concetto di museo, di certo la prima espressione di collezionismo.

L’origine risale alla Germania del ‘500, dove il termine originale fu coniato per indicare collezioni private che suscitavano meraviglia dove animali impagliati si mescolavano a opere d’arte, oggetti di oreficeria, strumenti meccanici, ottici e matematici, tutti posti uno accanto all’altro in cassoni, poggiati su tavoli e mensole. Nelle Wunderkammer prendevano così posto oggetti appartenenti a tre ambiti: la Naturalia, l’Artificialia e la Scientifica con l’idea di ricostruire, attraverso una raccolta di oggetti e di opere d’arte inconsuete, l’universo in una stanza (forse l’Arca di Noè in una stanza). 

L’idea, per quanto ambiziosa, era di accostare l’uomo a Dio in quanto egli è il primo collezionista di mirabilie. Se un tempo l’idea di Wunderkammer era una dimostrazione di ricchezza e gratificazione per il collezionista, fatta per strabiliare e meravigliare l’osservatore…

Vista in chiave moderna la si può definire una sorta di “memoria dell’uomo”, un incubatore di conoscenza, una biblioteca del sapere.

Il fine? Raccogliere il passato dell’uomo, preservarlo e tramandarlo ai posteri, una delle vie di scampo alla distruzione del passato culturale e delle proprie radici.

UNLOCK decoding art, 28 Febbraio 2024 Milano